lunedì 17 ottobre 2011

La Fine dei Tempi.

Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo  Vangelo di Matteo 24,27

Le credenze riguardanti, l'escatologia, ovvero la fine del mondo, note nell'ambito delle tre religioni abramitiche come fine dei giorni o tempo della fine in inglese End Times o End of Days epoca storica prospettata in molti testi apocalittici, usualmente si riferisce alle idee escatologiche presenti nei testi sacri del Giudaismo, Cristianesimo ed Islam. Il Tempo della Fine è spesso, ma non sempre, descritto come un tempo di tribolazione che precede la venuta di una figura messianica.

I millenaristi si concentrano sulla questione se gli autentici credenti vedranno la tribolazione o saranno preservati perché salvati all'ultimo momento da essa grazie al ratto salvifico, una questione che causa divisione nei circoli evangelici. Gli amillenaristi credono che il tempo della fine includa tutta l'era cristiana compresa tra l'ascensione al cielo di Gesù Cristo, fino all'ultimo giorno, e sostengono che i mille anni siano da considerare una metafora.

In senso più ampio, numerose religioni e tradizioni di fede hanno idee escatologiche sulla Fine del Mondo o sulla fine dell'era corrente.



Religioni abramitiche
Giudaismo
Nel giudaismo, il Tempo della Fine viene abitualmente chiamato anche la Fine dei Giorni aharit ha-yamim, אחרית הימים, una frase che appare parecchie volte nella Tanakh. Anche se l'idea delle tribolazioni messianiche ha una posizione prominente nel pensiero giudaico, non è un processo immutabile isolato nella sua essenza, ma viene piuttosto associato ad un'immagine di redenzione senza sofferenza. Le due immagini sono a volte viste come la dicotomia di due diversi futuri possibili per Israele.
La Fine dei Giorni nella escatologia giudaica comprende una serie di temi interconnessi:
Messianismo giudaico
-Il ritorno degli esiliati dalla diaspora ebraica
-La ricostruzione del Tempio di Gerusalemme terzo tempio
-Il Mondo a Venire 'Olam ha-Ba, un termine ambiguo che può riferirsi all'aldilà, al regno messianico sul mondo, oppure alla vita dei resuscitati.
Eventi tumultuosi rovesceranno il vecchio ordine mondiale, creando un ordine nuovo nel quale Dio viene universalmente riconosciuto come il governante di ogni cosa e di ogni persona. Uno dei saggi del Talmud dice, Lasciate la fine dei giorni venire, anche se Io non vivrò per vederli, dal momento che il mondo sarà colmo di ogni possibile conflitto e sofferenza.
Nel Talmud, nel trattato di Avodah Zarah, a pagina 9A, si afferma che il mondo come lo conosciamo esisterà soltanto per seimila anni. Il calendario ebraico luach funziona completamente sull'assunto che quel tempo cominci con l'atto stesso della creazione di Adamo, l'uomo primigenio. Molte persone specialmente Giudei conservatori ed i Giudei riformati oltre ad alcuni cristiani pensano che gli anni della Torah, o Bibbia ebraica, siano soltanto simbolici. Secondo agli antichi insegnamenti giudaici, sostenuti anche dagli odierni ebrei ortodossi, gli anni sono da considerare letteralmente e consistentemente nel tempo, di 24 ore al giorno e per una media di 365 giorni all'anno. Calibrazioni accurate vengono eseguite con gli anni mancanti, per rendere conto della differenza tra il calendario lunare ed il calendario solare, dal momento che il calendario ebraico si basa su entrambi i sistemi. Dunque l'anno 2007 equivale a 5767 anni ebraici dalla creazione dell'uomo sul calendario ebraico attuale. In base a questo calcolo, la fine dei giorni avverrebbe poco prima o durante l'anno 2240 Anno 6000 del calendario ebraico.

Cristianesimo
Alcuni cristiani del I secolo erano convinti che la fine del mondo sarebbe venuta durante le loro vite, dal momento che Gesù nella parabola delle vergini e le lampade aveva insegnato ai suoi seguaci, di stare allerta, mantenersi nella giustizia divina e vegliare ad ogni momento della propria vita. Quando i convertiti di San Paolo a Tessalonica vennero perseguitati dall'Impero Romano, essi pensarono che la fine dei tempi fosse arrivata vedi II Tessalonicesi capitolo 2. Questa convinzione si era dissipata molto attorno all'anno 90 d.C., quando i cristiani commentavano tra di loro: "Abbiamo sentito queste cose riguardo alla fine del mondo sin dai giorni dei nostri padri, e guardate, siamo cresciuti fino a diventare anziani e nulla di questo ci è successo".
Molti studiosi del cristianesimo ritengono che i libri dell'Apocalisse di Giovanni e del Vangelo di Giovanni siano stati scritti almeno un decennio dopo la distruzione operata dalle legioni romane dell'Imperatore Tito del secondo Tempio di Gerusalemme, ed il saccheggio e seconda diaspora degli ebrei, iniziato nell'anno 70 d.C. Questa convinzione è diffusa specialmente tra coloro che sostengono il dispensalismo la credenza dominante tra la maggioranza degli evangelici americani. Ma alcuni studiosi dentro la cristianità divergono su questa opinione vedi Preterismo ed un grande dibattito si è sviluppato negli Stati Uniti in seguito alla pubblicazione del libro Before Jerusalem Fell EN, dell'americano Kenneth Gentry EN, che basandosi su scavi archeologici e su testi antichi includendo lo stesso Libro della Rivelazione sostiene che il libro dell' Apocalisse di Giovanni venne scritto durante il regno dell'imperatore romano Lucio Domizio Enobarbo, meglio noto come Nerone, attorno all'anno 60 d.C.
Studiosi più conservatori di solito collocano la stesura dei vangeli sinottici prima della caduta di Gerusalemme. Alcuni cristiani liberali pensano che la scrittura degli altri tre vangeli sinottici siano da datare a dopo la caduta di Gerusalemme. Paul Barnett un teologo australiano di Sydney, mette in discussione queste opinioni e situa il vangelo di Giovanni ad una data ancora anteriore.

Cattolicesimo
I cattolici fanno riferimento al 25º capitolo del Vangelo di Matteo, nel versetto dove Gesù Cristo afferma che "nessuno conosce l'ora o il giorno," eccetto il Padre. Mentre alcuni credono che la predizione delle date o dei tempi sia futile, altri credono che Gesù abbia anticipato i segni che indicherebbero che "la fine dei giorni" si avvicina. Alcuni di questi segni includono disastri naturali, rivolte civili, ed ogni genere di inconsueta catastrofe della massima entità. Del tempo preciso, comunque, Gesù accenna soltanto che verrà come un "ladro nella notte." Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, le credenze cattoliche attorno al "tempo della fine" vengono espresse nella Professione di Fede, il Credo.
 Ritorno glorioso del Messia
La venuta del Messia glorioso è sospesa in ogni momento della storia al riconoscimento di lui da parte di “tutto Israele”, a causa dell'“indurimento di una parte” nell'incredulità verso Gesù. San Pietro dice agli Ebrei di Gerusalemme dopo la Pentecoste: “Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè Gesù. Egli dev'essere accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, come ha detto Dio fin dall'antichità, per bocca dei suoi santi profeti”.
E San Paolo gli fa eco: “Se infatti il loro rifiuto ha segnato la riconciliazione del mondo, quale potrà mai essere la loro riammissione se non una risurrezione dai morti?”. “La partecipazione totale” degli Ebrei alla salvezza messianica a seguito della partecipazione totale dei pagani permetterà al Popolo di Dio di arrivare “alla piena maturità di Cristo” nella quale “Dio sarà tutto in tutti”.
 L'ultima prova della Chiesa Cattolica
Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il “Mistero di iniquità” sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell'apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell'Anti-Cristo, cioè di uno pseudo-messianismo in cui l'uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne.
Questa impostura anti-cristica si delinea già nel mondo ogniqualvolta si pretende di realizzare nella storia la speranza messianica che non può esser portata a compimento che al di là di essa, attraverso il giudizio escatologico; anche sotto la sua forma mitigata, la Chiesa ha rigettato questa falsificazione del Regno futuro sotto il nome di “millenarismo”, soprattutto sotto la forma politica di un messianismo secolarizzato “intrinsecamente perverso”.

Protestantesimo
Nell'ambito della cristianità protestante le credenze sulla fine dei giorni variano molto. I cristiani premillenaristi, che credono che la Fine dei Giorni sia cosa dei giorni nostri, abitualmente ricostruiscono una scaletta di eventi con un certo grado di specificità che culminerà nella fine del mondo. Per alcuni autori, eventi peculiari del XX secolo, come la rifondazione di Israele, la costruzione dell'Unione Europea, oppure le Nazioni Unite sono visti come elementi chiave, attori con un ruolo profetizzato nel libro dell'Apocalisse di Giovanni.
Tra i Premillenaristi dispensazionalisti, alcuni interpretano passi delle scritture i 144.000 puri dell'Apocalisse come riferiti ad un gruppo di credenti "perfetti", che verranno salvati in modo soprannaturale e trasportati in Cielo dagli angeli di Dio in un evento chiamato il "ratto salvifico" in inglese "rapture" prima che le tribolazioni profetizzate nel Libro della Rivelazione abbiano luogo.
'La fine dei giorni' può anche riferirsi semplicemente a un passaggio da una particolare era o lungo periodo nella relazione tra uomo e Dio. I seguaci di questa visione spesso citano la seconda lettera a Timoteo di San Paolo, e tracciano analogie tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI secolo.

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